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Cucinalkemika. Laboratorio di pensieri tramutati in cibo

Blogger 301 Redirect Plugin Cucinalkemika. Laboratorio di pensieri tramutati in cibo : 01/04/09 - 01/05/09

17 aprile 2009

Involtini di verza


Chi non è mai stato sull'altalena. Io ci sono cresciuta. Così oggi, terminato il lavoro, ho scoperto che fuori dell'aula di informatica c'era ancora tanta vita da sembrare di far ripartire da zero la giornata. I vestiti comodi, il marsupio per abbracciare Viola e le chiavi di casa. Nel giardino le grida dei bambini e gli ultimi raggi di sole ci hanno accolte tra il profumo dell'erba tagliata nel pomeriggio. Nel giardino sotto casa ci sono tanti giochi, ma io cerco solo l'altalena. Quando mi ci siedo la mente si riazzera. Mi sembra che i pensieri vengano spazzati via da quell'andare e venire e, proprio quel movimento quasi consolatorio ti fa tornare come tra le braccia di una madre. Mentre lanciavo in aria le gambe sentivo tutta le leggerezza dell'infanzia e rivedevo quelle foglie verdi e grandi che accoglievano i miei lanci e a volte accarezzavano i miei capelli. Per la prima volta dopo molti anni ho potuto rivivere quei preziosi momenti, perchè quando hai un bambino ti sono concessi molti doni, uno dei quali riscoprire una parte della vita che credevi di avere sepolto in fondo al cuore. Viola mi ha ridato una parte di esistenza che avevo dimenticato. L'altalena mi ha ricordato quel verde che proteggeva i nostri voli spensierati.

Le foglie di verza così rugose e ricche di venature mi ricordano le foglie dei platani sotto i quali, in un vecchio giardino, mia zia ci portava a volare.

INVOLTINI DI VERZA

1 piccola verza
200 gr di carne macinata
1 uovo
3 cucchiai di parmigiano
6 fette di pane in cassetta
latte
sale
prezzemolo

Staccate le fogli di verza e lavatele. Cuocetele al vapore o sbollentatele pochi minuti nell'acqua bollente salata. Scolatele e riempitele del composto ottenuto mischiando il pane sbriciolato, un po' di latte, il sale, la carne, l'uovo, il parmigiano e il prezzemolo. Richiudete come tanti fagottini e poneteli di nuovo nel cestello a vapore o in padella. Cuocete altri 15 minuti.

15 aprile 2009

Crepes mare e monti



Mia madre dice sempre che il fazzoletto non si regala, il perchè inutile dirlo, "porta male". "Porta male" anche regalare il pane e il sapone. In realtà più che portare sfortuna credo che queste credenze siano nate dal fatto che chiedere in prestito delle cose senza mai ricambiare ti avrebbe condannato ad un'esistenza di inferiorità e di continuo bisogno. Perciò se ti regalano una di queste cose devi ridare simbolicamente dei soldi anche non commisurati al valore dell'oggetto per sdebitarti subito. Queste convinzioni mi hanno sempre affascinato. Per tutta la vita ho sempre cercato di capire da dove derivassero e a volte, trovavo le risposte sui libri, altre volte fantasticavo. Certo, se avessi chiesto a mia madre, prontamente mi avrebbe risposto "perchè sì" liquidando così la mia innata curiosità. Per lei è un dato di fatto indiscutibile. Ma le convinzioni sono interessanti se non limitano la propria libertà e quella di chi vive intorno a te. E lei ne ha tantissime. Il pane, il sapone e il fazzoletto sono solo la punta dell'iceberg. Le perle non vanno mai regalate, portano le lacrime, i coltelli separano gli affetti, il bambino non può passare sul tavolo altrimenti non cresce, non puoi stendere di notte i vestiti del bambino perchè la luna influisce sul suo umore e una serie infinite di altri recinti mentali... Ho fatto chiaramente sempre il contrario, le negazioni si sa spingono all'affermazione, ma che dirvi? Non ci credo eppure ogni volta ci penso!

E' stata una lunga settimana, ho pensato alle lacrime di tutte quelle persone che hanno perso ogni cosa nel terremoto. Ho pensato ai fazzoletti, quelli candidi di lino, con le iniziali ricamate a mano, quelli che ancora qualcuna come me porta in borsa. Io però se servisse lo regalerei volentieri ad una persona che piange.

CREPES MARE E MONTI

per 14 crepes:
250 gr di farina autolievitante
3 uova
40 gr di burro fuso
500 ml di latte

Lavorate la farina setacciata con le uova e 250 gr di latte. Salate, aggiungete il latte rimasto e il burro fuso. Coprite e fate riposare 30' in frigo. Preparate le crepes.

per il ripieno:
400 gr di ricotta di mucca
2 zucchine tagliate a pezzetti
200 gr di gamberetti

Unite gli ingredienti cotti e raffreddati (zucchine e gamberetti) alla ricotta e riempite le crepes con un cucchiaio di composto. Piegate le crepes a fazzoletto.

per la salsa
100 gr di mascarpone
200 gr spinaci

Scaldate gli spinaci lessati in una padella, unite il mascarpone e fate cuocere 5 minuti. Frullate e versate sulle crepes. infornate 10 minuti a 180°.

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04 aprile 2009

Cannoli alla panna


Mi piacciono i gusti forti e decisi, come certe persone, che sono capaci di scuotermi con la loro determinazione. Così il caffè lo prendo solo amaro. Così è il cioccolato, per me, solo nero, fondente. Me ne basta poco per sentirne tutta l'essenza, così assoluta e piacevole; me ne basta poco per tornare ad occhi chiusi indietro nel tempo con la memoria. Ricordo che per la Pasqua la mamma preparava sempre dei dolci dalle forme antiche. Passavamo pomeriggi interi in cucina, con il grembiule ricamato, i capelli legati e il vecchio e logoro ricettario. Non si poteva risponedere al citofono nè al telefono perchè bisognava dedicarsi anima e corpo al lavoro, i compiti di scuola si facevano dopo cena ormai quasi in pigiama e agli amici, per quella settimana, non potevi dare appuntamenti. C'erano le mandorle da spellare, tostare e tagliare a mano,la cannella da triturare nel mortaio, intere tavolette di cioccolato da sciogliere. Ricordo che nonostante dopo anni le avessimo regalato un robot da cucina, lei preferiva che si facessero tutte queste operazioni ancora a mano. Mentre si preparavano gli ingredienti ci raccontavamo le storie. Io quelle di scuola, lei quelle d'infanzia. Ogni anno le stesse. D'altronde, era stata bambina solo una volta. A fine serata cuori, cavalli e pupe facevano il loro ingresso in sala da pranzo, come in un corteo trionfale, lucidi di copertura e confettini un po'ovunque, occhi di zucchero e proprozioni non proprio vitruviane. A quella vista dimenticavamo tutta la fatica e le ore in piedi, ma certamente la cosa che adoravamo di più era la certezza che avremmo avuto l'odore di cioccolato in casa per tutta la settimana.
E' quasi Pasqua, in casa iniziano a circolare ovetti e gusci rotti di uova così li metto via per dei veloci dessert che accompagnano sere semplici, come questa, film e riflessioni ad alta voce a tavola.

Questi cannoli sono il ricordo della Pasqua e dei dolci di mia madre. L'estrema semplicità al ricordo dell'estrema laboriosità.

Per 4 cannoli:

100 gr di cioccolato fondente
Acqua ghiacciata
Panna montata

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria o sul fuoco dolce. Con un pennello da cucina stendetene uno strato sottile disegnando un quadrato su un pezzetto di carta da forno. Mettete il foglio in acqua ghiacciata, lo shock termico farà staccare la sfoglia di cioccolato dalla carta e in pochi secondi le potrete dare la forma che desiderate. Create così dei cannoli come se arrotolaste dei fogli di pergamena.
Lasciateli asgiugare due minuti, e riempiteli con della panna spray.
Buon dessert!

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03 aprile 2009

Schiacciate allo zafferano


Da mesi ormai ho messo da parte il bastone della pioggia... inutilmente! Da qualche parte ci sarà sicuramente qualcuno che ci starà giocando! Ho pensato a lungo al sole oggi. Al solo pensiero ne ero quasi abbagliata, cercavo di ricordare il luccichio del mare nelle prime ore del mattino, i primi timidi raggi della giornata, l'aria fresca, la giacca a vento, le rondini. Cercavo di ricordare perchè ormai sono giorni che piove! Non voglio che questo blog diventi il ritrovo dei luoghi comuni, e quello del tempo-clima è purtroppo quello che temo di più, ma oggi avevo disperatamente bisogno di curarmi col GIALLO SOLE. L'ho cercato ovunque, in ufficio solo un evidenziatore, per strada qualche oggetto in vetrina, sul pullman la fede al dito, a casa le mie spezie! Niente è più giallo sole dello zafferano... Così ho lasciato che sporcasse le mie mani e che impastando mi scaldasse come il ricordo di quei timidi raggi che, forse, domani troverò.

Il pane nasce dal bisogno di sole.

Per 8 schiacciatine:

350 gr di farina 00
1 bustina di lievito secco
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 bustina di zafferano
30 gr di olio extravergine di oliva
150 gr di acqua tiepida

Setacciate la farina con il lievito e lo zucchero, aggiungete l'acqua e lo zafferano e iniziate ad impastare. Aggiungete il sale e l'olio e impastate per almeno 5 o 10 minuti fino ad avere tra le mani un impasto caldo, morbido ed elastico.
Lasciate lievitare 40 minuti. Riprendete l'impasto, formate 8 schiacciatine di 1 cm di altezza e lasciate lievitare altri 30 minuti mentre scaldate il forno a 200°. Praticate dei tagli sulla superficie delle schiacciate con un coltello affilato e infornate per 20 minuti.
Questo pane dal sapore deciso è ottimo per accompagnare una cenetta di pesce!

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01 aprile 2009

The alla menta


Una strana sensazione: il sapore del Marocco in bocca e nelle orecchie i Balcani della Kocani Orkestar... ore 17.00 tea time, oggi, solo per me. E' cresciuta tanta menta nei miei vasi, così verde e rigogliosa...mi ha fatto ricordare quel viaggio in Marocco dove tutto era MENTA! L'ho intrappolata nell'acqua per continuare a godere della sua clorofilla anche dopo averla recisa, ne è venuto fuori un bicchiere dove ho bevuto del the verde proveniente proprio da quel viaggio. Dicono che la caratteristica stia nella procedura e nell'utilizzo della mitica teiera d'argento, che non poteva non trovare un posto in valigia! Così ho seguito le solite procedure (bollitura, roteazione dell'acqua e ricambio, aggiunta di zucchero di canna e riposo) ed eccolo qui mentre si nasconde nel mio bicchiere di ghiaccio!
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